martedì 19 novembre 2013

La crisi come moltiplicatore delle disuguaglianze sociali


In Germania, dove il lavoro c'è, il Welfare funziona, i rinnovi contrattuali sostengono i consumi, le pensioni non indeboliscono i più anziani, la distribuzione del reddito non è cambiata molto. Ma nel resto dell'eurozona, e ancora più fuori, fra gli altri Paesi Ocse, la crisi ha aumentato le diseguaglianze fra ricchi e poveri.

Pagano i più poveri, come in guerra

Giovani e anziani i più colpiti 

Tra il 2007 e il 2010 la media dei redditi al di sotto dei livelli di povertà è salito dal 13%
al 14% tra i bambini, dal 12% al 14% tra i giovani ed è sceso dal 15% al 12% tra le persone più adulte. Fino al 2010 i pensionati erano abbastanza protetti in molti paesi, mentre i lavoratori hanno subito i contraccolpi più forti.

Middle class riassorbita nel bacino dei bisognosi 

L'indice di povertà relativa nei paesi poveri è passato nei paesi Ocse dal 10,2% del 2007 all'1,1% del 2010. In Italia è passato dall'11,8% del 2004 al 13% del 2010.

Ocse: l'equità nasce con crescita e occupazione

Questi dati, secondo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, mostrano la necessità "di proteggere la parte piu' vulnerabile della popolazione, specie se i governi perseguino la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica". "Occorre definire - prosegue Gurria - politiche per aumentare la crescita e l'occupazione, al fine diassicurare più equità, efficianza e inclusione. All'interno di queste politiche e' essenziale una riforma dei sistemi fiscali per assicurare che che tutti paghino una quota equa e possano ricevere e beneficiare degli aiuti di cui hanno bisogno".

Tra il 2007 e il 2010, nota l'Ocse, i risparmiatori più poveri tendono a guadagnare meno o a perdere di più di quelli ricchi.


Vedremo cosa sapranno fare i nostri politici per combattere questi problemi e se i "ricchi" capiranno di non essere più così avidi ed egoisti  e che il loro errato atteggiamento danneggia tutti ed alla lunga anche loro stessi.

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